Di cosa parliamo quando parliamo dell’8 marzo? Uno sguardo (molto) personale
La risposta sembra facile.
L’8 marzo è la ricorrenza che celebra le donne.
Wikipedia la definisce in maniera impeccabile. Secondo l’enciclopedia online la festa della donna è una giornata istituita “per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo”.
Qualche dubbio sulla definizione “ufficiale” dell’8 marzo
Se devo essere sincera però ho l’impressione che il significato profondo della ricorrenza spesso ci sfugga. Il motivo? Il messaggio più autentico della giornata giace sepolto sotto mazzolini di mimosa, messaggini su WhatsApp, qualche celebrazione istituzionale e una visione ancora troppo diffusa e stereotipata delle donne.
Secondo un luogo comune duro a morire infatti le donne attenderebbero smaniose l’8 marzo appositamente per tiranneggiare gli uomini della loro vita (e magari infilare una banconota nelle mutande di uno spogliarellista al culmine di una serata in discoteca).
… Ma vi pare?
Come se milioni di donne non avessero niente di meglio da fare che scimmiottare le peggiori forme di maschilismo fino allo scoccare della mezzanotte.
E poi tornare a fare le Wondercenerentola in famiglia e sul lavoro fino all’8 marzo successivo.
Con buona pace delle conquiste sociali.
Il mio 8 marzo in Pensieri e Colori: un’esperienza in controtendenza
Quest’anno l’8 marzo coincide con il mio primo mesiversario di lavoro qui in Pensieri e Colori. Dati alla mano, come donna, ma ancor di più come donna con disabilità, credo di potermi considerare fortunata e di avere molto di cui essere grata. La mia posizione attuale è in controtendenza rispetto alla situazione italiana.
Secondo un’indagine del Censis infatti in Italia le donne che lavorano sono 9.768.000 e questo numero rappresenta il 42,1% degli occupati complessivi. Con un tasso di attività femminile del 56,2% (contro l’81,2% della Svezia che è prima in classifica) il nostro Paese è l’ultimo in Europa.
Per le lavoratrici con disabilità la situazione è anche più sconfortante: l’Istat rileva che ha un lavoro solo il 27% delle donne disabili.
Inoltre, molte tra le poche lavoratrici disabili sono in condizioni tutt’altro che privilegiate: contratti svantaggiosi, scarse possibilità di carriera e frequenti demansionamenti per loro sono all’ordine del giorno.
Senza contare – e questo posso dirlo per esperienza – la difficoltà di trovare un nuovo impiego nel caso in cui ci si ritrovi disoccupate.
Altro che mimosa! Per me è arrivato un inizio nuovo di zecca
Entrando in Pensieri e Colori ho avuto, non solo l’opportunità di rimettermi in gioco in ambito professionale dopo un periodo di stop forzato, ma anche di farlo nel mio settore di riferimento, che è quello della comunicazione e del digitale. In agenzia ho trovato un’accoglienza autentica e incontrato colleghi di grande competenza.
Ester ed Elena: molto più che un tocco rosa in agenzia
Al mio arrivo ho incontrato Ester, contabile e addetta all’amministrazione.
Non pensiate che una contabile occupi un ruolo marginale in un’agenzia di comunicazione.
Semmai, è il contrario.
In un ambiente dove le energie delle persone sono profuse nella creatività, nella tecnologia e nella soddisfazione dei clienti, Ester aggancia con decisione il team alle dimensioni più concrete – ma altrettanto indispensabili – del lavoro: come le scadenze, le presenze e i pagamenti. Sono qui da poco tempo ma penso che senza la sua precisione e il suo apporto organizzativo saremmo tutti un po’ disorientati. Recentemente, ho avuto modo di fare due chiacchiere con lei.
Ester è entrata in Pensieri e Colori un paio di anni fa e dice che il suo arrivo in agenzia – nel mese di marzo – l’ha aiutata a uscire da un periodo non facile della sua vita e a rifiorire, anche grazie all’amicizia dei colleghi che, dice lei, “sono molto più inclusivi, accoglienti e aperti di altri uomini che ho incontrato nella mia carriera“. Una carriera che si era interrotta dopo la diagnosi di una malattia progressiva e invalidante. Un brutto colpo che ha richiesto tempo per essere metabolizzato ma l’inserimento in Pensieri e Colori si è rivelato un nuovo inizio.
Poi c’è Elena, la mia referente: oltre a essere una SEO specialist rigorosa e appassionata sta studiando sodo per farsi strada nel mondo del Web Design Avanzato con PHP e WordPress, ancora popolato soprattutto da uomini.
Elena è entrata in Pensieri e Colori quattro anni fa e dice che l’agenzia le ha fatto trovare un posto unico dove conciliare la passione per il proprio lavoro, il dialogo, la crescita personale e la malattia rara. Elena appartiene alla categoria dei malati invisibili, quelle persone che per una parte della loro vita si trovano come in un limbo, orfani di diagnosi. Esperienza che sicuramente l’ha segnata, ma che l’ha anche resa una persona con grande spirito di adattamento.
Per questo, una volta diagnosticata la sua patologia, è riuscita a reinventarsi studiando il web design e la SEO. In Pensieri e Colori ha trovato l’opportunità di dimostrare le sue capacità, senza subire nessun pregiudizio. Partendo da un tirocinio, si è fatta spazio fino a diventare una componente indispensabile del team. Con la sua competenza e il suo entusiasmo ha raggiunto un ruolo di responsabilità: nel contatto con i clienti e nella gestione diretta dei progetti, integrandosi a pieno e dimostrando che si può avere un posto sicuro dove lavorare e vivere.
Non ho dubbi. Elena, insieme a tutte le donne e le ragazze che si stanno affermando in questo settore, porterà molto di più che una nota rosa nel mondo dell’informatica. Lo sguardo femminile, infatti, arricchisce il confronto, l’immaginazione e offrirà una prospettiva sempre più inclusiva nel mondo della tecnologia. È una fortuna per me poter affiancare Elena in Pensieri e Colori.
Una speranza concreta lungo la strada della parità
La strada verso la parità di genere è lunga e difficile ma l’inizio della mia esperienza qui mi fa sperare che ci sia davvero l’opportunità concreta di costruirsi una vita libera, anche per le donne con disabilità. Personalmente, è a loro che vorrei dedicare questo 8 marzo insieme a Ester ed Elena. L’inclusione esiste, potete fidarvi!
Buon 8 marzo a tutti, alle donne che lottano per i propri diritti e agli uomini che le supportano!