Che cosa fa un bravo grafico? La parola al nostro art director Alessio Canuti
“Datemi una leva e solleverò il mondo” disse Archimede di Siracusa nel III° secolo avanti Cristo.
“Datemi una suite Adobe e farò volare la grafica di un sito web” dice oggi Alessio, il nostro art director e grafico.
No, bugia.
Alessio Canuti è una persona un po’ timida e sinceramente modesta. Non direbbe mai una cosa del genere. Però è vero: lui fa spiccare il volo alle grafiche dei siti web su cui lavora e non solo. Mette le ali anche a loghi, brochure e a tutto il materiale su cui lavora. Ma che cosa fa un bravo grafico? Gli abbiamo estorto un paio di segreti.
Cosa fa un bravo grafico? Ecco la sua (vera) arma segreta
Credi che lo strumento principale di un bravo grafico sia Photoshop? Errore! Il più potente strumento di lavoro di cui dispone un bravo grafico è… il suo occhio!
“Ma come?!” si potrebbe obiettare “gli occhi, per fortuna, ce li abbiamo quasi tutti!”.
Eh, ma quello di un grafico è uno sguardo speciale.
Gli occhi di un bravo grafico, infatti, sono temprati da un rigoroso allenamento alla Rambo che inizia sui banchi di scuola e non finisce mai. Per sviluppare il proprio senso estetico un grafico che ama il proprio lavoro frequenta mostre d’arte, studia un sacco, va agli eventi di design, si tiene costantemente aggiornato sulle nuove tendenze, sbircia il lavoro degli altri grafici (“Non per copiare” ha precisato Alessio “Piuttosto per rimanere aggiornato sugli stili, le tendenze, gli strumenti e anche per trovare elementi di ispirazione da rielaborare sulla base del senso estetico personale e dell’evoluzione del gusto. E creare qualcosa di nuovo“.
Font adatto + impaginazione ok + colori azzeccati = un testo bello (anche) da guardare
Il copy lavora con le parole e il grafico lavora con le immagini? Non esattamente: ogni buon grafico mastica sempre un po’ di tipografia. La scelta dei caratteri migliori per uno specifico testo (dallo slogan di un cartellone pubblicitario alle pagine di un sito web) fa parte delle sue competenze, dal momento che percepiamo forme e colori di parole e frasi ancora prima di leggerle e questo può bastare a trascinarci in un vortice di associazioni, emozioni, ricordi e desideri.
Pensaci un attimo: il titolo sul cartellone di un film horror ti suscita sensazioni diverse dallo slogan stampato sulla tondeggiante e golosa pubblicità di un gelato, no?
All’interno di un’agenzia di comunicazione buona parte del lavoro di un bravo grafico consiste nell’armonizzare visivamente un testo nel suo contesto che sia una pagina, un manifesto o un sito web in modo da suscitare le sensazioni giuste in chi guarda.
Poi, naturalmente, ci sono i colori.
Sapevi che le sfumature digitali di colore disponibili con la codifica RGB sono ben 16. 777.216?
O che l’occhio umano può percepirne oltre 10 milioni?
Tutti sappiamo che i colori principali hanno dei significati simbolici e che tendiamo ad associarli ad emozioni e sentimenti specifici (rosso di rabbia, verde d’invidia…). Il loro significato però può cambiare nel corso del tempo e varia da cultura a cultura. Sull’argomento sono stati spesi fiumi di inchiostro (se ti incuriosisce ti suggeriamo di leggere Il piccolo libro dei colori di Michael Pastoreau ).
Ma come comportarsi quando sono i colori della tua comunicazione quelli da decidere? Come destreggiarsi nella scelta?
Nel corso del tempo sono state elaborate liste di combinazioni da favorire e da evitare. Si tratta di riferimenti utili: un buon grafico non solo conosce a menadito queste regole ma solo lui sa suggerirti anche quando e perché è arrivata l’ora di infrangerle.
Dalla griglia al Web: come lavora un grafico in gamba
La forma mentis di un grafico capace è più che versatile, è mutante, e assume la forma del progetto su cui sta lavorando. Se il grafico sta realizzando un progetto cartaceo il suo cervello avrà la forma di una griglia tipografica (lo schema che serve a gestire la distribuzione di contenuti su un foglio).
Sviluppando la componente visiva di un sito web, invece, la mente del grafico assume una forma responsive: passa da testa di computer a testa di smartphone senza soluzione di continuità.
Anche nella scelta dei font il bravo grafico è influenzato dal tipo di formato su cui sta lavorando. I font privilegiati nei testi web più lunghi e scritti con corpi testi generalmente piccoli, sono caratteri come Arial, Verdana, Georgia e ultimamente Open Sans o Roboto, che sono particolarmente leggibili sullo schermo grazie agli occhielli più ampi e al peso leggero (ebbene sì, anche i font hanno un peso, ovvero lo spessore del tratto, sempre meglio privilegiare caratteri con famiglie estese, cioè con tanti spessori disponibili, in modo da poter disporre di più stili differenti).
Invece, per testi stampati fitto fitto sulla carta, come ad esempio un libro o un manuale, è meglio scegliere un font provvisto di grazie – quei brevi trattini all’estremità delle lettere – perché agevola la lettura a distanza ravvicinata.
Infine, ti anticipiamo che un grafico talentuoso è un vulcano di creatività: sa trovare soluzioni visive inaspettate e d’impatto e le tira fuori con una naturalezza sconosciuta agli altri membri del genere umano. Ma di questo ne parleremo.
…Quindi? Se devi scegliere un grafico, sceglilo bravo!
Ci sono quintali di nozioni da acquisire e tonnellate di competenze da padroneggiare per lavorare come un bravo grafico!
Perché affidarti al cuggino “che smanetta anche con la grafica” quando devi curare l’aspetto del tuo sito Web? O cimentarti in solitudine con l’elaborazione del tuo logo e dei tuoi materiali promozionali con l’unico supporto di qualche tutorial pescato in Rete? Contattaci! Faremo una chiacchierata (sì, anche con Alessio) per mettere le ali ai tuoi progetti e sviluppare insieme la tua comunicazione.